Data l'importanza e la serietà del tuo topic, lo sposto in "Attualità".
Purtroppo è vero, la "Cultura Italiana", alla quale non abbiamo saputo dare una collocazione storica precisa, si distingue da tutte le altre per questo tipo di mentalità.
Clientelismo, furbizia, sotterfugio e non rispetto per le regole. E l'Università è uno dei focolai di
Italianità meglio (o peggio?) riusciti. Non c'è da stupirsi. Avendo lavorato anche io come collaboratore esterno (per fortuna) all'Università di Cagliari, ho visto come vadano avanti le "dinastie" di docenti. Ci sono vere e proprie famiglie che hanno un numero incredibile di cattedre in alcune facoltà. Madre, padre, e figli, qualche volta zii e nipoti. Non penso che i concorsi per l'assegnazione delle cattedre siano stati troppo regolari.
E' anche vero che un docente può bloccare la tua carriera di ricercatore e avvantaggiare un altro, in modo da modificare i valori in campo (vedi esempi di Pharaun).
E allora è vero: italiani, andate all'estero se volete veramente realizzarvi.
In Italia c'è pochissimo spazio per le persone capaci, mentre avanzano i figli di papà. E' triste, ma è vero.
Chiudo con una battuta di Dario Vergassola.
"
In Italia si parla spesso di fuga dei cervelli... e il suo, dov'è scappato?"
Dedicato alla Moratti e alla sua riforma, che non risolve i problemi attuali, e ne crea solamente altri.