http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=56045
http://www.repubblica.it/2006/05/sezion ... -nomi.html
Il dipartimento di Giustizia Usa ha comunicato "in modo definitivo"
di non poter fornire ulteriori informazioni sulla morte del funzionario del Sismi
Washington non darà i nomi
del commando che uccise Calipari
No alla richiesta per rogatoria della procura di Roma
Castelli: "Non hanno giovato polemiche con pm Milano"
Nicola Calipari
ROMA - Il dipartimento di Giustizia di Washington ha comunicato "in modo definitivo" al ministero della Giustizia italiano di non poter fornire ulteriori informazioni oltre a quelle contenute nel rapporto del Multi National Corps-Iraq, già trasmesso al governo italiano, in relazione alla morte in Iraq del funzionario del Sismi Nicola Calipari.
In altre parole, non verranno resi noti ufficialmente i nomi del componenti del commando militare Usa chiesti per rogatoria dalla procura di Roma che indaga sulle circostanze dell'uccisione di Calipari, subito dopo il rilascio della giornalista Giuliana Sgrena, a un posto di blocco Usa a Bagdad.
Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, ha espresso "amarezza" per il rifiuto delle autorità di Washington. Tuttavia, il Guardasigilli - dai microfoni di Radio 24 - ha parlato di una vicenda "lunga e complessa" finita in maniera non positiva per l'Italia forse anche a causa delle "polemiche con la procura di Milano che possono aver influenzato questa decisione" americana.
Il riferimento implicito è al braccio di ferro degli ultimi mesi tra il ministro e i magistrati di Milano che avevano chiesto l'estradizione dei 22 agenti Cia accusati del rapimento dell'ex imam Abu Omar. Castelli ha rifiutato di inoltrare la richiesta della procura di Milano e lo ha comunicato solo di recente, facendo intendere che il suo non decidere in tempi rapidi stava a significare che proprio la questione dell'estradizione degli agenti Cia poteva rappresentare uno strumento di pressione nei confronti degli Usa per ottenere risposte positive ad altre rogatorie, tra cui quella relativa alla morte di Calipari. "Il ministero ha fatto di tutto, e anche di più, per avere una risposta diversa" dagli Usa sulla vicenda Calipari. "Questo mi lascia con l'amaro in bocca".
In realtà i nomi dei componenti della pattuglia statunitense in servizio al check-point erano già emersi in seguito all'inchiesta condotta sull'episodio dal Ros (Raggruppamento operativo speciale) dei carabinieri. In particolare il nome del militare statunitense Mario Lozano fu reso noto grazie all'eliminazione degli omissis dal rapporto redatto dalla Commissione d'inchiesta statunitense sulla morte di Calipari, reso noto un anno fa dalla Farnesina.
Lo scorso dicembre i magistrati della procura di Roma avevano formulato l'ipotesi di omicidio volontario nei confronti del soldato Usa e predisposto una rogatoria per l'identificazione dei componenti della pattuglia americana, senza però ottenere alcun esito.
Nel comunicare il rifiuto a fornire altre informazioni sulle circostanze in cui morì il funzionario del Sismi, il dipartimento di Giustizia di Washington - si legge nella nota di via Arenula - ha espresso il "cordoglio per la tragica morte del dottor Nicola Calipari e il rammarico per le lesioni riportate da Giuliana Sgrena e dal militare Andrea Carpani, in data 24 aprile 2006".
Quanto alla rogatoria relativa ai tragici fatti di Nassiriya, accaduti il 12 novembre 2003, le stesse autorità statunitensi il 20 marzo 2006 hanno dichiarato la propria disponibilità a mettere a disposizione una persona, detenuta in Iraq e ritenuta responsabile, insieme ad altri, della strage dei nostri militari, per un interrogatorio tramite video conferenza. Allo stato attuale, sono in corso contatti per definire le modalità di assunzione dell'interrogatorio.
(4 maggio 2006)
non ho parole.