Un pugno di polvere da scagliare alle stelle
Tutti abbiamo ottime ragioni di lamentarci. Soprattutto in Italia (ma in Africa non staranno un po’ peggio?). Chi ha perso il lavoro, chi è fallito, chi è stato truffato, chi è stato tradito, e chi - sia pure giovane - non ha un futuro.
Siamo tutte vittime, nessuno escluso. “Loro” (politici, faccendieri, Equitalia, evasori delle tasse, quello stronzo del piano di sopra, le multinazionali e la Merkel) se la ridono alla faccia nostra. E “Noi” paghiamo, come diceva Totò. È sempre stato così, oggi un po’ più di sempre. Vivere sta diventando uno sforzo immane, alcuni si uccidono, non si vede via d’uscita.
Un’occasione così magnifica non si presentava dai tempi dell’ultima guerra. Una sfortuna sfavillante. Siamo tutti a pezzi e il Paese è in frantumi. La tempesta perfetta.
Male, cioè bene. Siamo stremati, sfiduciati, senza denaro. Che vogliamo di più? Non conosco disgrazia più feconda per rivoluzionare se stessi e il mondo che ci circonda. Siamo all’incipit di ogni meravigliosa avventura. Una sfortunatissima fortuna. L’ideale per ricominciare. Abbiamo tutto proprio perché non c’è rimasto niente. Conosciamo il peggio in ogni sua abominevole forma. Siamo i massimi esperti del disagio.
Tutto ciò in cui abbiamo creduto sta miseramente crollando o è già in cenere. Come scrisse Friedrich Hölderlin in un verso immortale: Là dove cresce il pericolo cresce anche ciò che ti salva. Abbiamo l’occorrente perfetto per essere grandi: un pugno di polvere da scagliare alle stelle.
Diego Cugia - Jack Folla
Siamo tutte vittime, nessuno escluso. “Loro” (politici, faccendieri, Equitalia, evasori delle tasse, quello stronzo del piano di sopra, le multinazionali e la Merkel) se la ridono alla faccia nostra. E “Noi” paghiamo, come diceva Totò. È sempre stato così, oggi un po’ più di sempre. Vivere sta diventando uno sforzo immane, alcuni si uccidono, non si vede via d’uscita.
Un’occasione così magnifica non si presentava dai tempi dell’ultima guerra. Una sfortuna sfavillante. Siamo tutti a pezzi e il Paese è in frantumi. La tempesta perfetta.
Male, cioè bene. Siamo stremati, sfiduciati, senza denaro. Che vogliamo di più? Non conosco disgrazia più feconda per rivoluzionare se stessi e il mondo che ci circonda. Siamo all’incipit di ogni meravigliosa avventura. Una sfortunatissima fortuna. L’ideale per ricominciare. Abbiamo tutto proprio perché non c’è rimasto niente. Conosciamo il peggio in ogni sua abominevole forma. Siamo i massimi esperti del disagio.
Tutto ciò in cui abbiamo creduto sta miseramente crollando o è già in cenere. Come scrisse Friedrich Hölderlin in un verso immortale: Là dove cresce il pericolo cresce anche ciò che ti salva. Abbiamo l’occorrente perfetto per essere grandi: un pugno di polvere da scagliare alle stelle.
Diego Cugia - Jack Folla
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