Descrizione estesa (comprimi) »
Se ne stava all'ombra di un grosso albero, sdraiato supino sopra l'erba, quando improvvisamente avvertì un rumore provenire dal suo stomaco e quasi gli fosse servito dal destino udì giungere il suo piatto attraverso un'allegra melodia infantile.
Una bambina graziosa e paffutella camminava lungo il sentiero e spiccava tra il fogliame del bosco a causa della mantellina rossa sulle spalle, corredata di un cappuccio che le ricopriva la testa, da cui uscivano soltanto alcuni ciuffetti neri.
Iniziò ad osservarla con minuzia, divertito da quell'arrivo provvidenziale e dal fatto che con il suo abbigliamento vistoso ed il cantare sembrava volesse di proposito richiamare l'attenzione.
Era un regalo del destino quello o quella bambina era soltanto mortalmente stupida e sfortunata al tempo stesso?
A lui comunque la cosa non riguardava.
Le gote rosse della bimba assicuravano la promessa di un pasto appetitoso, lui aveva fame e questo bastava.
Si avvicinò dunque al sentiero e ne attese l'arrivo, ma la preda prescelta non lo notò affatto, presa com'era dalla sua canzone, se non nel momento in cui lui le si piazzò davanti, sbarrandole la strada.
“Ciao!”
Esclamò la piccola sfoderando un sorriso raggiante, interrompendo finalmente quell'odioso motivetto ed il lupo osservò con stupore con quanta allegria andasse quella strana ragazzetta incontro alla sua morte: doveva quindi esserne del tutto ignara. Evidentemente gli esseri umani erano una razza terribilmente stupida e se l'avesse saputo prima avrebbe orientato le sue cacce su di loro già da molto tempo. Erano più stupidi dei conigli e soprattutto, se tutti erano come lei, più facili prede.
“Ciao bella bambina!” Rispose lui con lo stesso tono e non dovette nemmeno fingere; la sua eccitazione e il suo buonumore erano per davvero alle stelle poiché nella sua testa già pregustava il suo bel pranzetto.
“Come ti chiami e dove vai di bello?” Le chiese, indicando il cestino che si portava dietro.
“Io sono Cappuccetto Rosso!” Rispose lei e fece un giro su sé stessa perché il lupo potesse ammirare la mantellina rossa di cui sembrava andare orgogliosa e allo stesso modo faceva sfoggio del simpatico soprannome che essa le aveva procurato.
Al lupo però non importava sapere il suo nome; non intendeva incidere una lapide una volta morta, perciò fu soddisfatto della risposta.
Con la manina levò il panno che ricopriva il cestino e gli mostrò il suo contenuto: dolci croccanti e fragranti biscotti, una volta consumato il pasto principale avrebbe avuto anche il dessert.
Era decisamente la sua giornata fortunata.
“Vado dalla nonna!” – continuò. “Devo portare questi biscotti! Me li ha dati la mamma, così poi guarisce, poverina é tutta sola ed é anche sorda! ontinuo dritto e poi giro dove c'é la pianta con i fiori azzurri e sono arrivata!”
Il lupo cominciava quasi a dimenticare i morsi della fame, forse non completamente, ma li avvertiva un po' meno.
Era possibile che esistesse una preda tanto stupida da non avvertire minimamente il pericolo quando ce l'aveva davanti alla faccia? Per di più gli aveva appena descritto il suo percorso per cui avrebbe potuto aggredirla come e quando voleva, con calma.
Era intenzionato a divertirsi prima della merenda, sapendo anche che se avesse aspettato sarebbe stato premiato con un bis.
La nonna era malata, sola ed indifesa, forse non era appetitosa quanto la bambina, ma aveva pur sempre delle belle ossa da sgranocchiare e nessun pasto si gusta piacevolmente, valutò, come quelli che si é lavorati: e lui voleva proprio gustarsela la piccola Cappuccetto.
“Ti va di fare un gioco, piccola, così, giusto per divertirci” Pensò sogghignando tra sé, traducendo subito quel pensiero in una proposta alla bimba.
La bambina accolse la proposta con entusiasmo, che manifestò con un ampio, strano sorriso.
"Ed allora giochiamo!" rispose candida lei.
Il Lupo non fu mai più rivisto all'interno del bosco
il lupo è terrificante comunque! °-°
bellissima immagine!