Passi nel buio, passi nel nulla. L'erba alta e sottile danzava schiava delle raffiche violente. Un mare di folla turbato dal vento dell'eterna mietitrice, la solitaria dea, dolce e terribile che ha nome di morte. Il giorno moriva, la sola luce profilava appena le nubi cupe e minacciose. L'aria impetuosa carica dell'odore forte del temporale avvolse e colmò i sensi dell'assassino. Il vento era il suo passo, il suo possente respiro il fruscio impercettibile dei suoi stivali, l'odore intenso di terra e cielo il suo odore. Era il nulla, parte del tutto, invisibile nel suo piwafi aspettava.
Gli occhi socchiusi, appena schermati, correvano freddi e attenti nella landa. Cercava, pazientemente, sapeva che la sua preda sarebbe arrivata.
Lei, l'ossessione di mille cacce. Sentì su di se lo sguardo pesante di Lloth, mentre si abbandonava anima e corpo al suo scopo. Al di là di tutto e consapevole di ogni sfumatura, vivo come non si sentiva da troppo tempo. Vivo nel danzare sul filo della vita e della morte. Non la vide, era troppo lontana, ma sapeva che stava arrivando. Percepì la sua presenza, una nota appena discordante, un odore familiare portato dal vento, un movimento lontano, tutto e nulla. Forse solo suggestione, ma di lì a poco una solitaria figura comparve in lontananza.
La rivide con gli occhi dell'anima, troppo distante per quelli del corpo che tuttavia non gli servivano. Scolpite nei suoi ricordi le mille sue sfumature. Arrabbiata, dolce, spaventata, imperiosa nel comando. I capelli serici e impalpabili, la sua voce che lo accompagnava negli allenamenti notturni, e i suoi occhi. Il bagliore innaturale di quelle ametiste che mai aveva visto in una vita. Caldi o gelidi, appassionati o pieni di rabbia. Mille dettagli, mille tratti di un pennello che non riusciva a ritrarre il suo viso, inutili, quando la sola parola "lei" evocava il suo essere nell'animo dell'assassino.
Un drow non prova sentimenti. Il solitario elfo scuro senza nome aveva commesso il solo peccato di intuirli, e, forse, per il breve attimo di una notte, assaporati. Adesso il momento era giunto. Il cuore di un drow può ardere di una sola fiamma che brucia tutto il resto. Lloth è il suo nome.



Un pezzo strappato alla lunga e noiosa storia di un drow che ha combinato - e combina - guai in un piccolo shard di Uo. Non scrivo benissimo, ma mi piace ricordare i suoi disastri peggiori. Allo spietato popolo di Valm Neira l'impietosa sentanza

A me è piaciuto



Cari pellescura,scolpitevi nella mente questa frase degna del migliore dei romanzi fantasy e del suo precedente.

Si è vero. Il drow è un personaggio bello e difficile da giocare in ogni contesto. Tutti vedono Drizzt, tutti vogliono Drizzt, ma lui è una devianza che i bravi fratelli dal cuore nero (noi dai ) dovrebbero aborrire e evitare. La nostra tendenza alla fiaba, al lieto fine, e al buonismo deve essere dimenticata, solo così potremmo essere quelle creature perverse e crudelmente affascinanti che han nome di drow.

*fine spot, ma ho visto troppi drow buoni *

[24 view, mmm mi chiedo se sia lecita una cosa del genere. Solo un piccolo sudio d'interesse ]

..parole sante..

... sono commosso ...

...c'è qualcosa che non va...

già i dorw che piangono non si sono mai visti
come già detto a l'autore, bel racconto

Mi accordo all'opinione positiva

Complimenti!

Massì direi che non è male, anzi! =)

I miei complimenti, secondo me è uno stralcio toccante e ben scritto...commovente non solo per i drow...