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 Oggetto del messaggio: «Scrivi: sono deficiente». E la prof rischia il carcere
MessaggioInviato: sab giu 09, 2007 10:55 
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Palermo, mercoledì la sentenza con il rito abbreviato. Il pm ha chiesto due mesi di cella per «abuso dei mezzi di correzione»
«Scrivi: sono deficiente». E la prof rischia il carcere
Punito studente che insultava un compagno: sei gay. L’insegnante: dovevo farlo

PALERMO — Lo sa che rischia due mesi di carcere per avere fatto scrivere cento volte «Sono un deficiente» a un suo alunno, ma anche se il processo va avanti da un anno e si concluderà mercoledì con il rito abbreviato, questa professoressa di 56 anni, da trenta in servizio alle medie, giura che da due mesi è certa che qualcosa di incisivo andava fatto: «L’ho capito il 5 aprile, quando quel povero ragazzo di Torino si è suicidato perché i bulletti della scuola lo sfottevano indicandolo come gay».

Il tragico epilogo di Torino e la storia emersa adesso in un quartiere popolare di Palermo hanno più di un’assonanza. Nessuno difese però lo studente ossessionato da chi gli faceva il verso chiamandolo Jonathan, come il personaggio di un reality. Mentre a Palermo una protezione l’ha trovata quel bimbo additato a 12 anni come «gay e femminuccia» da un compagno di classe pronto a bloccargli l’accesso nel gabinetto dei maschietti, spalleggiato da altri bulli più grandi. Appunto, la protezione dell’insegnate che ha rimproverato il «colpevole» condannandolo alla pena delle cento frasi al centro della denuncia con cui il padre dell’irrequieto scolaro chiede pure un risarcimento di 25 mila euro per le presunte turbe psichiche provocate nel figlio.

«Dopo tanti anni di servizio e madre di ragazzi adesso grandi, ho solo cercato di tutelare la vittima di un’ingiustizia, ragionando con tutti gli alunni sull’arroganza di quel comportamento e sul concetto di deficienza...», spiega l’insegnante che si danna di essere stata interrogata dal pubblico ministero Laura Vaccaro prima di quel cinque aprile, giorno in cui chiamò il suo legale, Sergio Visconti. «Gliel’ho detto all’avvocato che la terribile storia di Torino mi ha dato amara conferma di quel che andava fatto. Comunque vada, mi assumo le responsabilità per la scelta fatta. Perché anche nella mia storia, da una parte, c’è il ragazzino che fa combriccola con altri più grandi e, dall’altra, un bimbo indifeso, succube di chi si arroga il diritto di sbatterti addosso ogni marchio».

La professoressa ripercorre con un certo sgomento le tappe di una escalation cominciata il 28 gennaio dell’anno scorso, quando da quel bagno un bimbo torna in lacrime, lei istruisce un piccolo processo e intima all’altro ragazzino di scrivere nel diario quelle cento frasi precedute da due righe di suo pugno per invitare i genitori a presentarsi a scuola.
Perché non una nota sul registro? E’ la domanda del pmagli atti del processo. E la risposta è un invito a leggere quel registro: «Nei giorni precedenti c’erano state sette, otto note siglate dai miei colleghi, non da me, proprio su quel ragazzo. Una perché disturbava, un’altra perché si alzava dai banchi, un’altra ancora perché aveva danneggiato un portone... Non serviva l’ennesima nota. Occorreva una riflessione su quanto accaduto e un confronto con i genitori». Ma il giorno dopo il ragazzo torna nella scuola a due passi dal Policlinico di Palermo senza diario. «E fino al tre febbraio non c’è traccia del padre o della madre. Dal 4 all’8 io sono in malattia. Torno il 9 e l’alunno mi presenta il diario con due righe firmate dal padre: "Mio figlio sarà deficiente, ma lei è c..."».

L’offesa brucia. La professoressa capisce che quella parolaccia è nota agli altri scolari. E teme: «Non si può affidare a un figlio quel tipo di schiaffo al docente. Una scelta devastante nell’equilibrio dei ruoli. Così salta tutto. Con serenità mi rivolgo allo studente. ‘Perché tuo padre ha scritto questo? Io vi ho spiegato cosa significa deficiente’. E lui: ‘Mio padre dice che non significa mancanza, ma è parola di offesa, l’ha cercato su Internet...’». Ilpminsiste: «Non poteva seguire altre vie?». E la professoressa: «Sulla parola ‘deficienza’ abbiamo discusso a lungo cercandone l’etimologia. Ecco il compito che infine più mi ha colpito, quello di un alunno estraneo ai fatti: "Ha sbagliato la maestra a dire quella parola, a fare scrivere la parola al compagno, ma forse ha ragione lei, siamo tutti un po’ deficienti’..."».

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Che la pace favorisca la tua spada. Tai'shar Manetheren!


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Mah...

magari poteva evitare lei di far scrivere quella parola (etimologia o no, nell'accezione comune e' sempre un'offesa) ma se adesso le maestre non possono nemmeno piu' darti la punizione che vengono denunciate, poi ti lamenti che cresce la generazione di teppisti?


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MessaggioInviato: sab giu 09, 2007 11:45 
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secondo me ha sbagliato metodo ed è stata poco severa...

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Secondo me ha fatto benissimo la professoressa: qualcosa andava fatto. Sicuramente con una nota o un accompagnamento non avrebbe ottenuto nulla, dal momento che il padre del bambino è arrogante e non si interessa delle malefatte del proprio figlio.
La professoressa avrebbe potuto optare per una sospensione, ma così facendo avrebbe pregiudicato l'anno scolastico del bambino, il suo rapporto con il bambino che prendeva in giro (che avrebbe ritenuto colpevole della propria sfortuna) e forse il resto della sua vita. Inoltre, il bambino non avrebbe imparato niente con una sospensione; mentre la punizione contestata era mirata a dare una lezione di vita ad un bambino che da sempre è educato al capire quando si sbaglia solo quando si viene offesi.

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I ragazzi sono dei coglioni perchè i padri solo sono, abbiamo certe teste di ca**o perchè cosi sono tutti i loro genitori. Almeno nella maggioranza dei casi..

Non si insegna il rispetto e lo si pretende. E quando c'è qualcuno che vuole insegnarlo, lo si colpisce..

Mah.

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Il problema sono proprio certi genitori. Non riescono ad insegnare niente di buono ai propri figli, se non che tutto gli è dovuto. Se avessi un figlio che fa delle cose del genere lo mazzuolerei a dovere anzichè denunciare l'insegnante. Poi farei un bel buco e mi ci sotterrerei per la vergogna di aver generato un idiota di quel calibro. :roll:

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Ogni notizia del genere ( denunciata insegnante per abuso di potere sugli alunni; il piccolino prende una cascata di soldi xkè ha ricevuto turbe psichice) è un passo avanti per una generazione di scolari teppisti che si approfittano di una situazione nella quale gli insegnanti sono costretti a farsi prendere in giro xkè hanno le mani legate.

Notizie del genere istigano i ragazzi a emulare queste gesta, consci del fatto che tanto gli andrà dritta come al "ragazzo della TV".

Io dico che la colpa è un pò di tutti:

dei ragazzi in primis: spesso degli sfacciati senza dignità che affrontano a viso aperto l'insegnante, e non si spaventano a sfidarli a prendere provvedimenti. E' chiaro che chiunque ha il proprio limite di sopportazione, e quando questo viene oltrepassato si reagisce e si hanno notizie simili a queste. Personalmente me li metterei sotto i piedi fin quando non chiedono scusa e anche oltre! :argh:

dei genitori: non ci credo che a loro tempo avevano gli stessi atteggiamenti dei figli, semplicemente xkè appena alzavano gli occhi mentre l'insegnate li rimproverava si beccavano una fraccata di legnate dai loro genitori, i quali si vergognavano di essere convocati a scuola a causa delle capsate del figlio. Adesso, invece, spalleggiano i figli perchè "l'insegnante ha torto, sempre e comunque" e i loro bambini poverini sono quello che ci rimettono...ma bbacaga!!! Bisognerebbe educare certi genitori assieme ai figli :ceh:

di chi dà la colpa: le sentenze che ufficializzano il fatto che l'insegnate per quello che ha fatto è colpevole. E poi lo dicono anche sulle reti nazionali magari. Tutelare il più debole non sempre vuol dire tutelare il bambino. :carta:

Gli insegnanti sono solo le vittime, messe in mezzo tra ragazzini maleducati, genitori inopportuni e il giudice. Ma ce lo ricordiamo che magari quell'insegnante è anche una persona con una dignità spesso calpestata da ragazzini che se ne approfittano quotidianamente (dovrebbero portare rispetto non solo xkè insegnanti ma semplicemente xkè sono persone più grandi) e che quando il giorno dopo si presentano con i genitori hanno stampato in viso un sorriso beffardo.
Allora mi domando, quando i provvedimenti "normali", quali note e sospensioni, non sortiscono nessun effetto e un insegnante vorrebbe fare semplicemente il suo dovere, cioè Insegnare, cosa dovrebbe fare?? Da che mondo è mondo fare scrivere cento volte una frase nel diario è la punizione più classica (che cmq secondo me sortisce pochi effetti)...di che cosa ci si meraviglia?? del fatto che abbia fatto scrivere "deficente" al ragazzo?? ma stiamo scherzando?? e ha pure dovuto giustificare la scelta della parola spiegando all'intera classe la sua etimologia per non farla suonare come un insulto??? Dare del deficente ad un ragazzino che si comporta in quel modo se non è un complimento ci manca davvero poco!

Prima di arrivare a turbare la psiche di certi bambini si turba quella degli insegnanti!!!
Ridiamo il nervo in mano agli insegnanti!!!
Si stava meglio quando si stava peggio!!!

N.B.: è chiaro che non me la prendo con tutti i ragazzini, con tutti i genitori o con tutti i giudici; non me ne vogliano coloro i quali si comportano nel rispetto del prossimo, che poi sono la maggioranza :wink:


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Xyatha ha scritto:
Mah...

magari poteva evitare lei di far scrivere quella parola (etimologia o no, nell'accezione comune e' sempre un'offesa) ma se adesso le maestre non possono nemmeno piu' darti la punizione che vengono denunciate, poi ti lamenti che cresce la generazione di teppisti?



punire e umiliare sono due cose differenti.

la scuola dovrebbe punirti in maniera da farti comprendere lo sbaglio non umiliarti di fronte a tutti

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Quello che ho detto io Rave... che poteva evitare quel tipo di punizione perche' comunque quella parola rimane un'offesa, per quanto ci si possa arrampicare sugli specchi. :wink:


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Cosi la prossima volta imparava a NON umiliare gli altri e provava sulla sua pelle cosa vuol dire essere umiliati.

E' volendo "preservare" la sicurezza, la psiche dei nostri poveri bambini.. che poi si arriva ad avere masse di deficienti, truzzi, ignoranti e skinhead.

Papà mi difende, frocio, grassone, pezzente.. te lo dico quante volte voglio e tu non puoi farmi niente, perchè non ti difende nessuno!

Ecco quello che intendo.

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si ma con un ragazzo "difficile" come quello, che di provvedimenti disciplinari aveva l'album compleo, come ci si dovrebbe comportare?? si tutelano i ragazzi, e questo é sacrosanto, ma agli insegnanti chi ci pensa?? spesso se le vedono fare sotto gli occhi, con un menefreghismo tale che si domandano "ma io he ci sto a fare quì?". Poi capita pure che i ragazzi se la prendono con i professori stessi

http://www.youtube.com/watch?v=81ImCjPoezQ&NR=1

e in questi casi ditemi voi un insegnante come deve comportarsi. Naturalmente da persona matura nemmeno reagisce; si rende conto che é un cretino e lo lascia perdere...ma a tutto c'é un limite però!

Guardate quest'insegnante:

http://www.youtube.com/watch?v=hWsqua7W ... ed&search=

in cuor suo lo farebbe nero quello sbarbatello sfacciato che lo insulta; conscio di non poterlo "unchiari com'u ferru" (gonfiare come il ferro) si controlla e preferisce uscire dall'aula...ma non sappiamo cosa sia successo dopo. Spesso gli insegnanti mettono a disposizione dei ragazzi tutta la loro benevolenza, cercando di avvicinarsi ai ragazzi per istaurare un clima più sereno che non sia basato sul timore reverenziale. Purtoppo però a volte certi elementi se ne approfittano, prendendo la bontà del professore per debolezza e trasformando la classe in un teatrino nel quale mettersi in mostra prendendosi gioco dell'insegnante.

Tornando al caso specifico di Palermo mi chiedo:
cosa avrebbe dovuto fare quell'insegnante, probabilmente stremata dal quotidiano disordine provocato dai ragazzi, per farsi rispettare??
é giusto che per l'"esuberanza" di un moccioso una donna di 56 anni, insegnante da una vita, madre di famiglia, debba farsi anche un solo giorno di galera, o semplicemente essere accusata??
siamo sicuri che a dover subire il processo debba essere lei, e non piuttosto il ragazzino, od il padre??

Io di legge non ne capisco una beneamata, probabilmente davvero non avrebbe dovuto far scrivere qualcosa di denigratorio al ragazzo, ma quello che penso io é che l'unica che può aver subito turbe psichiche é l'insegnante, l'unica a potersi e forse a doversi sentire in credito verso l'alunno per averlo sopportato fino a quel momento.


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Non potrei fare l'insegnante in un clima del genere. Per certi elementi, che non vengono educati nelle loro case, dovrebbe scattare l'educazione nelle scuole. Invece la scuola non può più educare, dato che al minimo tentativo scattano le denunce.

E allora bene, che le scuole accolgano i delinquenti, che questi rimangano impuniti, e che danneggino di riflesso anche i compagni più disciplinati e/o portati.
Ma non lamentiamoci più del fatto che la scuola fa schifo. Fa schifo perchè in primis siamo noi a pretendere che i ragazzi possano fare i prepotenti, tanto hanno la legge dalla loro parte.


Una bella passata di calci nel culo, altrochè.

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Muzedon ha scritto:
Una bella passata di calci nel culo, altrochè.


il famoso metodo impara facendo :lol:


no cmq quoto il gattone,per certa gente ci vorrebbe il pugno di ferro non tante gentilezze(sempre senza però esagerare)

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http://www.repubblica.it/2007/03/sezion ... nante.html

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tutto è bene quel che finisce bene...altro che "turbe psichiche", altro che 25.000euro di risarcimento danni!!

mi piacerebbe poter dire che la giustizia, alla fine, vince sempre :roll:


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