Discutiamo insieme i grandi temi di attualità: cronaca, politica, religione, eventi sportivi e tutto ciò che riempe le pagine dei quotidiani!
mar nov 21, 2006 20:10
Tratto dal n°10 di ottobre della rivista "Newton"
Uno dei più famosi astrofisici del mondo ha lanciato una sfida: trovare la ragione dell'esistenza dell'uomo nel cosmo.
Una teoria che per la prima volta metterebbe d'accordo Big Bang e Dio
L'Universo dal Big Bang a Dio
L'universo ha bisogno di noi?
John Barrow, 53 anni, astrofisico di fama internazionale e docente a Cambridge, ha una sola risposta: sì. E giustifica la sua idea con una teoria fisica che concilia la scienza e la fede, il Big Bang e Dio.
Barrow vuole trovare una risposta scientifica alla domanda fondamentale che l'uomo si è posto da sempre: <Perché esistiamo?>.
Una domanda che fino a ora ha trovato numerose risposte, ma o esclusivamente materialistiche (il Big Bang e la casualità) o esclusivamente di fede ( Dio Creatore).
Per la maggior parte degli scienziati credenti, religione e scienza possono coesistere, ma separate, senza che nessuna spieghi le ragioni dell'altra. Barrow va oltre questa convivenza da "separati in casa", e ha sviluppato una teoria scientifica che giustifica la presenza dell'uomo in un universo regolato solo da leggi fisiche, nel quale l'uomo ha sempre avuto un ruolo marginale, casuale, sicuramente non indispensabile.
Invece per lo scienziato inglese non è necessariamente così.
E se non siamo qui per caso, qualcuno deve averci voluto.
Nel campo delle ricerche scientifiche sul rapporto tra vita, universo e conoscenza umana è nato il suo fondamentale lavoro sul principio antropico, una controversa teoria che spiega i più profondi misteri dell'universo, collegandoli all'esistenza stessa dell'uomo.
Le più avanzate ricerche cosmologiche dimostrano come le caratteristiche che rendono il nostro universo adatto alla vita siano in realtà estremamente improbabili da realizzare.
Tali che nessuno scienziato scommetterebbe mai sulla formazione di un universo come il nostro.
Eppure, nonostante le probabilità avverse, noi siamo qui.
Quindi, dice Barrow, nello studio delle leggi che regolano il cosmo e per capire perché, tra tutti gli universi possibili, si sia sviluppato proprio il nostro, così particolare, non si può prescindere dal fatto che noi esistiamo.
Potrebbe essere una questione di pura fortuna, ma questa è solo una delle risposte possibili.
Una seconda attribuisce all'uomo un ruolo attivo nella determinazione delle leggi dell'universo.
Lo afferma la stessa fisica quantistica, secondo la quale ogni fenomeno fisico avviene solo se c'è qualcuno ad osservarlo.
Oppure, ancora, potrebbe essere valida la risposta religiosa, e l'uomo sarebbe un essere privilegiato messo al centro di un universo creato a sua misura.
Al di là delle infinite discussioni tra fede e scienza, Barrow, con il suo principio antropico, ha lanciato ai cosmologi di tutto il mondo una sfida: trovare la ragione scientifica della nostra presenza nel cosmo.
Oppure, spiegare perché, tra tutti gli universi possibili, si è sviluppato proprio il nostro.
Una sfida razionale che la scienza non può non raccogliere.
mer nov 22, 2006 17:54
a me piace come risposta la teoria detta "principio antropico forte": in pratica dice che l'universo è cosi adatto alla nostra esistenza xche se cosi non fosse noi non saremmo qui a vederlo e a discutere sul perche sembra fatto apposta x noi...
mer nov 22, 2006 20:51
secondo questa idea Dio creò l'uomo e necessita di esso per essere dio, altrimenti senza nessun essere inferiore non potrebbe essere tale.
ma mi sembra un pò come il gatto che si insegue la coda
mer nov 22, 2006 22:52
beh, la teoria che ho scritto prima non prevede l'esistenza di un dio... quindi il concetto è molto piu semplice...
cmq l'idea di mettere insieme teorie fisiche e religione mi pare (perdonatemi) una gran cavolata... mi sembra quasi un tentativo del tipo "facciamo tutti contenti dicendo che hanno tutti ragione" (scienziati e religiosi)
gio nov 23, 2006 10:45
Ravenard ha scritto:
ma mi sembra un pò come il gatto che si insegue la coda
E' il massimo, credimi!
A parte questo credo nella casualita degli eventi!
E qualcuno in un altro pianeta( chissà dove ) è d'accordo con me!
gio nov 23, 2006 22:11
davvero c'è chi pretende di arrivarci?Dio,le ragioni dell'esistenza.e da quali basi si vorrebbe partire?
gatto,gatto e ancora gatto
gio nov 23, 2006 22:25
Il gatto non centra niente stavolta!
sab nov 25, 2006 22:36
dio non esiste, la soluzione è semplice..
mar nov 28, 2006 00:32
Bello o no, è la risposta più razionale alla domanda.
mar nov 28, 2006 01:22
Muzedon ha scritto:Bello o no, è la risposta più razionale alla domanda.

è tanto razionale quanto dire che esista. per essere razionale deve essere frutto di ragionamento e(ma non necessariamente) di prove. che non esistono nè in un caso, nè nel suo opposto...
mar nov 28, 2006 01:33
Allora io ti dico che a casa mia ho un drago nero. Non posso provarlo, ma tu non puoi provare il contrario.
Solo che io non influenzo la tua vita costringendoti a seguire le leggi imposte dal mio possente drago nero. Forse dovrei iniziare a farlo.
mar nov 28, 2006 01:39
Muzedon ha scritto:Allora io ti dico che a casa mia ho un drago nero. Non posso provarlo, ma tu non puoi provare il contrario.

Solo che io non influenzo la tua vita costringendoti a seguire le leggi imposte dal mio possente drago nero. Forse dovrei iniziare a farlo.

le tue argomentazioni a supporto di quel che dici non vanno oltre lo scherno? un po' povere

dai so che puoi fare di meglio...
mar nov 28, 2006 12:04
Doom Cat ha scritto:Muzedon ha scritto:Allora io ti dico che a casa mia ho un drago nero. Non posso provarlo, ma tu non puoi provare il contrario.

Scatta una foto!

Scattate una foto anche a Dio allora?!
Ah, non vi ho detto che il mio drago nero è sempre invisibile (sa lanciare incantesimi come uno stregone di livello epico) e sa rendersi incorporeo, silenzioso, inodore.
Però la sua presenza si sente, permea tutte le cose del creato. Il drago nero è nell'anima di tutti noi.
Ora passerà un bambino a ritirare le offerte per il drago nero.