Uscendo dal circolo in cui ci stiamo addentrando (del tipo: cosa è peggio e perchè... discorso senza fine, dato che il dolore è soggettivo come il rapporto con le persone uccise) potrei cercare di dare una spiegazione vagamente razionale (qualora sia possibile).
Dalla mia esperienza personale, e da quello che ho sentito dire dalle persone che hanno vissuto esperienze simili, la morte meno assimilabile emotivamente è quella di un figlio.
Puoi amare il tuo compagno quanto te stesso, puoi amare un genitore con tutto il tuo cuore, puoi voler bene ad un amico come ad un fratello... ma un figlio è una parte di te.
Uccidendo tuo figlio stanno uccidendo anche un pezzo della tua anima, ed è una perdita psicologicamente più difficile da accettare rispetto alle altre, di questo sono sicuro.
Ne viene da sè fare l'equazione
bambino=figlio, dato che è sì vero che i figli possono essere anche adulti... ma quando parlano della morte di un bambino, il pensiero di ogni genitore va ai propri figli.
Insomma, un omicidio è sempre tale, ma alcuni ci colpiscono (al di là degli sciacallaggi mediatici) più di altri per questioni abbastanza comprensibili.
