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MessaggioInviato: gio dic 06, 2007 18:34 
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Beh, ovviamente la storia la (ri)scrive chi sopravvive.
Così come per i partigiani i fascisti furono degli assassini, per i fascisti i partigiani furono una manica di assassini. :roll:
Chi ha ragione? In realtà ha sempre ragione chi sopravvive per scrivere la propria verità.

Il fatto che una scrittrice imprigionata (?) dal Che (?) sia sopravvissuta per scrivere i suoi romanzi la dice lunga. Perchè lei non è stata uccisa, mentre il ragazzino si? Erano nella stessa cella, dopotutto. Questo comunque mi pone delle domande.

Quale che sia la verità, alla fine, non lo sapremo mai.

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MessaggioInviato: gio dic 06, 2007 18:40 
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Era esattamente quello che pensavo anche io, anche l'inizio di quell'articolo mi lasciava perplesso, quella nota sui pacifisti cattolici, mi pareva avesse un piglio polemico. Comunque è capace che tante cose siano state fatte sul serio, bisognerebbe leggere di più e riuscire a discriminare il falso dal vero.
Per questo difficilmente cadrà il mio mito, però vorrei sapere se avete link di associazioni gay che si lamentano dell'immagine del Che così che possa documentarmi meglio =)

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MessaggioInviato: gio dic 06, 2007 19:14 
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la storia si sa che difficilmente sarà obiettiva, ma proprio per questo si devono trovare più fonti possibili per apprendere il tutto nella maniera più critica possibile.
Per la cronaca, la scrittrice non era in quella cella, ha riportato un pezzo del "El Nuevo Herald digital" del 28 dicembre 1997, che ci spiega come assassinava il Che. Il suo autore è Pierre San Martin.

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MessaggioInviato: ven dic 07, 2007 01:32 
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Muzedon ha scritto:
Il fatto che una scrittrice imprigionata (?) dal Che (?) sia sopravvissuta per scrivere i suoi romanzi la dice lunga. Perchè lei non è stata uccisa, mentre il ragazzino si? Erano nella stessa cella, dopotutto. Questo comunque mi pone delle domande.

Si potrebbe dire la stessa cosa degli ebrei dei campi di concentramento, no?

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MessaggioInviato: ven dic 07, 2007 12:30 
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Khelden Tahl ha scritto:
Si potrebbe dire la stessa cosa degli ebrei dei campi di concentramento, no?


Si, certo, ma la tua tendenza a generalizzare e a rispondere con esempi che c'entrano una cippa-lippa non smentisce la mia ipotesi. :roll:

Potrei anche portarti esempi di persone che si sono inventate di sana pianta delle storie che poi hanno scritto dei memoriali. E quindi?

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MessaggioInviato: ven dic 07, 2007 13:09 
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Muzedon ha scritto:
Khelden Tahl ha scritto:
Si potrebbe dire la stessa cosa degli ebrei dei campi di concentramento, no?


Si, certo, ma la tua tendenza a generalizzare e a rispondere con esempi che c'entrano una cippa-lippa non smentisce la mia ipotesi. :roll:

Potrei anche portarti esempi di persone che si sono inventate di sana pianta delle storie che poi hanno scritto dei memoriali. E quindi?

veramente a me pare che l'esempio di Khelden per una volta calzi a pennello.
succede raramente che io condivida quanto postato da mr. V. come vendetta della logica Khelden, ma questo non mi sembra il caso.
Sarebbe come dire che Primo Levi scrisse "se questo è un uomo" inventandosi gran parte delle cose, ma siccome lui è ebreo gli crediamo mentre se a dire cose su un "nostro" (vostro non mio idolo) è una donna dichiaratamente omosessuale allora forse ha ingigantito il tutto.
Come dissi nella mia prima risposta di questo Topic, del Che "persona" non me ne importava nulla anche se riconosco alcune buone motivazioni ed ideali dietro le sue azioni ed è pertanto un personaggio storico da non sottovalutare.

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MessaggioInviato: ven dic 07, 2007 13:47 
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Quindi qualsiasi persona che scriva un libro su qualcun altro è SICURO che sia credibile, e non fazioso (essendo un oppositore della rivoluzione cubana... è ovvio che cerchi di screditare Ernesto Guevara in ogni modo).
Lo vediamo ongi giorno in Italia, per problemi molto meno importanti, figuriamoci dopo una rivoluzione. :roll:

Secondo questo ragionamento lineare, allora, inizierò a credere a tutto quello che mi viene propinato, anche se dalle altre decine di libri che ho letto... oppositori o meno... e nessuno aveva mai fatto riferimento agli omosessuali. :roll:

Quindi a me pare che la fonte sia da prendere con le proverbiali "pinze", se poi vogliamo fare della faciloneria facendo confronti con l'olocausto... che sinceramente come argomento mi ha stancato non poco, è da quando sono nato che ci triturano le scatole con i campi di sterminio e bla bla bla... beh... ognuno è libero di fare paragoni arditi quanto gli pare. Che poi siano sensati o meno, è tutto un altro discorso. :D

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MessaggioInviato: ven dic 07, 2007 16:18 
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Muzedon ha scritto:
Quindi qualsiasi persona che scriva un libro su qualcun altro è SICURO che sia credibile, e non fazioso (essendo un oppositore della rivoluzione cubana... è ovvio che cerchi di screditare Ernesto Guevara in ogni modo).

Non sto dicendo che sia oro colato o che è sicuramente la realtà, ma non nego neanche che sia la verità....
come dici tu stesso,
Cita:
a me pare che la fonte sia da prendere con le proverbiali "pinze"

non è una frase da riferire ad una sola fonte, ma ad entrambe.
Vorrei comunque ricordare che parlare di vincitori e di sconfitti è alquanto limitativo sia per il personaggio in se sia per quelli che morirono per il suo o l'altrui ideale.

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C'era la mia professoressa di lettere alle medie che sosteneva che la storia la scrivevano i perdenti, tranne che nel caso della II Guerra Mondiale, che era stata scritta dai vincitori. Non ha mai contestualizzato la sua affermazione, però lei votava a destra quindi secondo me era di parte :asd:

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MessaggioInviato: sab dic 08, 2007 17:37 
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Ysingrinus ha scritto:
C'era la mia professoressa di lettere alle medie che sosteneva che la storia la scrivevano i perdenti, tranne che nel caso della II Guerra Mondiale, che era stata scritta dai vincitori. Non ha mai contestualizzato la sua affermazione, però lei votava a destra quindi secondo me era di parte :asd:


Infatti il "De bello gallico" l'hanno scritto i Galli, ovviamente. :sisi:

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MessaggioInviato: sab dic 08, 2007 20:58 
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Muzedon ha scritto:

Infatti il "De bello gallico" l'hanno scritto i Galli, ovviamente. :sisi:


ironia-No ma se fosse in vita voterei cesare quindi mi stà bene-ironia :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: 40 anni fa moriva Che Guevara
MessaggioInviato: lun gen 26, 2009 00:18 
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ACCUSA L’EX GUERRIGLIERO, CONDANNATO A MORTE, DAL 1996 VIVE A PARIGI
«Che Guevara tradito da Castro su ordine dell’Unione Sovietica»
Parla uno dei tre sopravvissuti al commando in Bolivia

PARIGI — È l’ultimo che ha visto il Che nella giungla della Bolivia. È l’ultimo testimone di un’esecuzione ancora oggi oscura. Dariel Alarcón Ramírez, detto «Benigno», ex guerrigliero della rivoluzione cubana, vive dal 1996 a Parigi, inseguito da una condanna a morte e dall’accusa di aver tradito il regime per il quale ha combattuto con onore. Che Guevara fu il capo seguito fino alla fine, un fratello che gli insegnò «a leggere e scrivere» e a «rispettare i nemici e i prigionieri». Ha ancora gli occhi umidi, Benigno, quando racconta la «trappola mortale» in cui cadde il mito rivoluzionario di intere generazioni.

E sfoga rabbia e delusione per una «macchinazione di cui furono responsabili Fidel Castro e l’Unione Sovietica ». «Volevamo esportare la rivoluzione. Fummo abbandonati nella giungla. Il Che andò incontro alla morte, sapendo di essere stato tradito. Il 9 ottobre 1967, eravamo a pochi metri dalla scuola dove l’esercito boliviano lo teneva prigioniero. Il nostro commando si era disperso. Altrimenti avremmo tentato di liberarlo a costo di morire». Nel 1956, Benigno era un «campesigno » di 17 anni, quando i soldati del dittatore Batista incendiarono la fazenda sulle montagne della Sierra Maestra, e uccisero sua moglie Noemi, quindicenne, incinta di otto mesi. Entrò nel gruppo di Cienfuegos, uno dei capi rivoluzionari. «Mi arruolai nella rivoluzione per vendicare i miei cari. Ero il più bravo con la mitragliatrice. Ho ucciso molti soldati. Non sapevo che cosa fosse il socialismo. Il Che mi insegnò tutto. Non era facile conquistare la sua fiducia. Ma era un uomo buono e onesto. Era l’unico, fra i leader, a pagare di tasca propria l’auto di servizio», racconta al Corriere.

Oggi Benigno ha quasi settant’anni. Dopo la rivoluzione, divenne capo della polizia e responsabile della sicurezza, poi dirigente dei campi di addestramento dei guerriglieri da inviare nel mondo a sostegno dei movimenti rivoluzionari. È in quegli anni che intuisce che il socialismo cubano non corrispondente agli ideali. «Cienfuegos e Guevara facevano ombra a Fidel. C’erano contrasti nel gruppo dirigente. Poi Cienfuegos morì, in un misterioso incidente. Ero con Guevara in Congo, quando Fidel rese pubblica una lettera in cui Guevara dichiarava di rinunciare ad ogni incarico e alla nazionalità cubana. Il Che prese a calci la radio e urlò: ecco dove porta il culto della personalità! Il comandante aveva scritto la lettera dopo il discorso di Algeri in cui aveva messo in guardia i Paesi africani dall’imperialismo sovietico. Credo che quel discorso fu la sua condanna a morte. Quando tornammo all’Avana, Fidel gli propose di andare a combattere in Sud America». «Il líder máximo —ricorda Benigno—partecipò ai preparativi. Veniva al campo d’addestramento, ci garantiva l’appoggio del partito comunista boliviano, la copertura degli agenti segreti, la formazione di nuove colonne. Avremmo dovuto sbarcare nel nord del paese, in territorio favorevole alla guerriglia. Imparammo anche il dialetto locale. Quando Fidel era presente, il Che se ne stava in disparte. Capimmo poi il perché».

Nell’ottobre 1967 scatta l’operazione. Il commando di rivoluzionari cubani penetrò in una foresta infestata da insetti e agenti segreti, isolata, dove si parlava un altro dialetto. «Scoprimmo che il partito comunista boliviano non ci sosteneva, probabilmente su istruzioni di Mosca. Il Che non era più lui. Sembrava disperato e depresso. Ci lasciò liberi di continuare o rinunciare. Rimanemmo, ma alla fine eravamo ridotti a diciassette, circondati da tremila soldati. Ci dividemmo in tre gruppi e una mattina cominciò la battaglia finale. Il Che fu fatto prigioniero. Lo ammazzarono il giorno dopo». Tre guerriglieri riuscirono a raggiungere il confine. Benigno, Urbano e Pombo si salvarono con l’aiuto di Salvador Allende, allora presidente del Senato. Nel viaggio di ritorno, passarono da Tahiti e dalla Grecia, fino a Parigi. Furono ricevuti all’Eliseo da De Gaulle e infine accolti a Cuba da Fidel come eroi. In patria, l’ultimo compagno del Che continuò a far carriera.

Urbano fu poi arrestato e internato. Pombo divenne generale. «Io cominciai a vivere una doppia vita». Chiediamo: per quali ragioni Castro e i sovietici avrebbero avuto interesse alla scomparsa del Che dalla scena politica? «I sovietici consideravano Guevara una personalità pericolosa per le loro strategie imperialistiche. Fidel si piegò alla ragion di Stato, visto che la sopravvivenza di Cuba dipendeva dall’aiuto di Mosca. Ed eliminò un compagno di lotta ingombrante. Il Che era il leader più amato dal popolo. La nostra rivoluzione è durata pochi anni, oggi è una dittatura come quella di Batista. I cubani hanno conquistato la cultura, non la libertà, e sono ancora poveri. E la causa non è soltanto l’embargo americano. È Fidel ad aver tradito la rivoluzione. Difficile prevedere il futuro, ma non vorrei che il potere finisse agli esuli di Miami che sono corrotti». Benigno decide di fuggire. Approfitta di un permesso dell’unione degli scrittori cubani. Si fa raggiungere dalla moglie a Parigi. «Se fossi fuggito in America, dove vive un mio figlio, avrei tradito il Che. Mi considero ancora un rivoluzionario. Il rivoluzionario è chi riesce a indignarsi per le ingiustizie». La sua vita diventerà un film, diverso da quello sul Che di Steven Soderbergh prossimamente sugli schermi italiani. «Il film è bello, ma non trasmette lo spirito del comandante e soprattutto non risponde alle domande: perché fallì in Congo e in Bolivia? Chi lo ha tradito e perché?».

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 Oggetto del messaggio: Re: 40 anni fa moriva Che Guevara
MessaggioInviato: lun gen 26, 2009 09:44 
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Località: Nelle oscure terre boschive elvetiche...
Il dubbio - o la certezza - che il Che sia stato tradito c'è sempre stato, e non so quanto sia possibile chiarire questo interrogativo.
Nel caso in cui fosse stato tradito da Fidel, forse un motivo potrebbe esserci: il Che era un rivoluzionario, non un politico, sebbene fosse un grande leader. Fidel al contrario fu un politico, e si sa, i politici spesso devono fare delle scelte che vanno contro l'approvazione del popolo e seguire gli interessi economici.
Indubbiamente resterebbe un atto vergognoso, poiché il Che fu un simbolo a livello nazionale, quindi ucciderlo fu un gesto di grande impatto.
Per quanto riguarda la Russia, non ne sapevo nulla, quindi preferisco non esprimermi ^^

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"...muoio ogni attimo e rinasco nuovo e senza ricordi:vivo e intero,non più in me, ma in ogni cosa fuori."

"L'uccello si sforza di uscire dall'uovo.L'uovo é il mondo.Chi vuol nascere deve distruggere un mondo.L'uccello vola a Dio.Il Dio si chiama Abraxas."


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 Oggetto del messaggio: Re: 40 anni fa moriva Che Guevara
MessaggioInviato: lun gen 26, 2009 14:13 
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Località: Manduria - Roma (molto poca)
Resta il fatto che anche se forse non ha tradito Guevara, Castro ha tradito Cuba e tutte le persone che hanno creduto in lui

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