Ecco il primo capitolo
Capitolo 1 - Gli altriGiaceva nel buio, rilassata su un letto di un lusso difficilmente immaginabile per chi non vi si era trovato sopra.
Un amante, dalla schiena squarciata da lunghe unghiate e lorda di sangue, le giaceva accanto respirando debolmente, debitamente grato di essere ancora in vita pur essendo stato uno strumento solo discreto di piacere per colei che gli giaceva accanto.
I cuscini sotto la sua schiena le permettevano di tenere il busto leggermente sollevato in modo da poter bere il pregiato Ulaver di cui era stata riempita la coppa, finemente cesellata, che reggeva tra le dita.
Le unghie, limate a triangolo per essere più appuntite del normale, premevano delicatamente sulla superficie del bicchiere mentre se lo portava alle labbra per bere un lungo sorso del delizioso liquore dell’Underdark.
“E così, mi toccherà andare.” Commentò, a qualcuno che non era il maschio che le giaceva accanto. Lui, infatti, non le rispose ben ricordando il destino del suo predecessore che, incautamente, aveva parlato quando non doveva ed era finito a pulire i pavimenti usando la sua lingua mozzata come straccio.
Un sibilo si alzò dal comodino accanto al letto, dove giaceva la frusta dalle teste di serpente della sacerdotessa di Lloth. Incomprensibile per il maschio steso sul letto, ma chiaramente avente un senso per la proprietaria del temibile oggetto.
“Avete ragione … devo proprio. Peccato, mi stavo quasi iniziando a rilassare.” Aggiunse, occhieggiando distrattamente il maschio attorno a sé.
Con pochi, semplici, movimenti fluidi si sporse verso di lui ed, afferratagli la testa con delicatezza, praticò una rapida torsione. Il suono del collo che si spezzava risuonò nella stanza piena di libri di magia oscura e di oggetti sulla cui funzione solo pochi avrebbero osato interrogarsi.
“Sì” Riprese, sporgendosi a recuperare la bottiglia di Ulaver, in cristallo finemente lavorato, inclinandola quanto bastava a riempirsi nuovamente la coppa. “Stavo proprio iniziando a rilassarmi.” Mormorò, osservando il corpo ormai senza vita del maschio steso accanto a lei.
Forse poteva trovargli ancora un po’ di utilità prima di gettarlo in strada.
Non era qualcosa che potesse ancora rimandare, considerò mentre si alzava sospirando dalla comoda sedia in pelle di razze inferiori posta di fronte alla sua scrivania.
Le urla che provenivano da un punto indefinito oltre la porta stavano iniziando a farsi irritanti, peraltro.
Si osservò allo specchio, controllando che gli abiti di pelle scura nascondessero adeguatamente le leggere cotte di maglia che portava a contatto della pelle delle gambe e del petto, incantate per non apportare neppure il minimo danno alla sua epidermide perfetta.
Studiò con estrema attenzione il modo in cui i capelli neri ricadevano attorno al viso, sistemandoli in modo che incorniciassero i magnetici occhi turchesi, e rilassò il viso in una posa di neutrale indifferenza.
Controllò che la pelle fosse diafana, il giorno prima era stato costretto a passare un quarto d’ora al sole e temeva che avesse assunto un colore vagamente umano, e che alcune ciocche di capelli fossero riportate dietro ogni orecchio puntuto, in modo da sottolinearli entrambi.
Si scrocchiò quindi le dita, facendole risuonare una ad una mentre si preparava alla disinfestazione settimanale del suo Maniero Incassato Nelle Rocce Maledette.
Uscì di camera, prestando attenzione che i suoi movimenti fossero felini ed eleganti mentre scendeva le scale facendosi apparire in mano una pergamena con una lista di tre voci. Lanciò loro un’occhiata annoiata prima di arrotolare il foglio ed infilarselo nella cintura.
Segrete.
Iniziò da lì, passando di fronte alle celle dei prigionieri e man mano decidendo se era il caso di far divorare gli eroi privati delle loro armi ed a digiuno dai suoi mostri preferiti o se direttamente farli finire da uno spirito evocato da lui per l’occasione. Tendenzialmente tendette ad adoptare la prima opzione, non avendo molto tempo da dedicare all’osservare la morte di ciascuno dei folli che avevano pensato di poter giungere lì e sconfiggerlo contando su Alti Valori e sul loro essere Personaggi Principali.
Poveri sciocchi. Lì era LUI il Personaggio Principale e loro solo semplici comprimari. Una delle sue magie più riuscite, quella dello Spoglio Del Ruolo, accuratamente castata sopra ciascuna delle entrate al Maniero.
Trappole.
Armato di ben poca pazienza per i piagnistei delle maghe e sacerdotesse spogliate, tramite il sapiente uso della di lui magia, dei loro poteri e della possibilità di contattare i loro dei e di pazienza ancora minore per le arroganti sfide degli spadaccini, di cui esse parevano adorare circondarsi, passò oltre le profonde fosse lasciando cadere all’interno un paio di incantesimi accuratamente castati per non lasciare scampo.
In una fossa piena di bambinetti aspiranti salvatori della giornata lasciò libero di agire un Cubo Gelatinoso, bevendosi un po’ di vino d’annata dalla sua fiaschetta preferita mentre il Cubo si gustava i piccoli rompiscatole.
Aspiranti.
Esaminò rapidamente coloro che erano venuti ad aspirare al ruolo di suoi successori e decise di risolvere la questione nel solito modo, per risparmiare tempo. Promise loro che colui che sarebbe sopravvissuto ed avesse oltrepassato la Porta Centrale in fondo al Salone Delle Sfide sarebbe stato il suo apprendista.
Quindi andò a fare la sua colazione, mentre i giovani maghi sprecavano i loro incantesimi l’uno sull’altro. Se la prese comoda, gustandosi il lauto pasto con assoluta calma in attesa del grido di dolore e tradimento che gli annunciò la dipartita del vincitore tramite caduta nella Vasca di Acido nascosta dietro la Porta Centrale.
Sorrise teneramente alla sua Affascinante E Seducente Cameriera Personale, confondendola e facendola arrossire ad un punto tale da farla scordare completamente del suo desiderio di parlargli dell’aumento a cui aveva accennato nei giorni precedenti.
Mentre la povera sciocca sparecchiava sognando notti di passione che non ci sarebbero state, lo stregone rifuggiva le donne con tutta l’anima a meno che non vi si trovasse costretto per aquisire documenti rari e preziosi utili ai suoi studi, lui tornò nelle sue stanze facendo sparire la pergamena con la lista dalla sua cintura con uno schiocco di dita.
Ora che aveva svolto i suoi compiti quotidiani poteva dedicarsi alla cosa più importante, lo studio che lo avrebbe tenuto impegnato per tutto il resto della giornata.
Per la Riunione era meglio il completo nero da Stregone Malvagio, Potente E Privo Di Scrupoli od un look più trasandato da Stregone Malvagio, Potente Ed Assorbito Dai Suoi Studi Per Aumentare Il Proprio Potere?
… se almeno avesse saputo cos’avrebbe indossato quella fastidiosamente abile drow!
Stava iniziando ad irritarsi.
Quando il barista della Bettola Più Infima Di Tutto Il Malfamato Quartiere Del Porto Neutrale Più Screditato e Temuto Della Costa ti chiedeva di dimostrare che non sarebbe spuntato un Paladino ad arrestarlo se ti avesse dato una birra uno aveva il diritto di irritarsi, no?
Era perfettamente logico e comprensibile.
Chiaramente accettabile.
Provò ancora una volta a far capire al mezzo orco che lui non era un’esca per Baristi Legati Al Commercio Malavitoso Di Alcolici Per Minorenni e che lui non era un Personaggio Principale Di Allineamento Positivo, ma quando le sue spiegazioni si scontrarono con l’ennesimo “No, guarda mi dispiace ma a TE proprio non posso dare nulla da bere. Qui non serviamo gli Uke Biondi Teneri Dagli Occhioni Color Del Lago Ed Innocentemente Lentigginosi” decise che era abbastanza.
Si chinò a sfilare la sua ascia dallo zaino che aveva appoggiato a terra e lasciò che la familiare nebbia rossa scendesse a coprirgli gli occhi, annebbiando la sua lucidità e scatenando la sua parte più apprezzabile e comprensiva.
Dieci minuti dopo si godeva finalmente il suo liquore troll preferito dal cranio malamente scortecciato del barista.
Le pareti grondavano sangue, corpi squartati erano sparsi tutt’attorno, un certo numero di pergamene magiche erano sparpagliate sul pavimento in attesa che lui le raccogliesse per portarle allo Stregone Oscuro, un paio di teste erano ancora incollate ai vetri su cui erano atterrate quando la sua ascia le aveva distaccate dai corpi su cui avrebbero dovuto stare.
Si sentiva a casa, mentre osservava distrattamente il teschio da cui aveva appena bevuto.
Oh beh.
Avrebbe avuto tempo di rifinire la scuoiatura e di ripulirlo da quei fastidiosi brandelli di capelli in seguito, mentre era per strada verso la riunione.
Chissà, magari poteva trovare qualche gentile famiglia di mercanti disposta a dargli un passaggio. Poi, come accadeva sempre quando i bambini di qualsiasi razza ed allineamento aprivano bocca, avrebbe giustamente e logicamente perso i nervi.
Presentarsi con un bel carro insanguinato con qualche arto ancora penzolante dal cassone e magari un braccio incastrato in una ruota … questo sì che avrebbe rinverdito i bei vecchi tempi.
Se poi i mercanti fossero stati del tipo In Missione Segreta Per Il Regno Lontano Lontano avrebbe potuto avere anche oli profumati e libri di magia da offrire allo Stregone Oscuro.
Era sicuro che avrebbe gradito immensamente.
Dannazione, era proprio costretto ad andarci.
Prese la mira e lanciò il rampino in modo che s’incastrasse su una delle Rocce Sante E Benedette Della Cattedrale Dell’Unico Supremo E Veritiero Dio Della Città. Era il terzo di quei templi in cui si arrampicava a quel modo in due serate.
Tutti chiamati uguale, tutti ugualmente sprovvisti di una Divinità Realmente Esistente che venisse a lanciargli un Divino Fulmine Sul Culo.
Strattonò leggermente la corda, controllando che il rampino avesse fatto ben presa, e poi sfruttò la superiore agilità Halfling per arrampicarsi agevolmente su per la parete. Era ad un livello in cui persino ottenere un Uno in destrezza sulla Tavola Degli Dei avrebbe potuto fargli ben poco danno, considerando tutti i Bonus che aveva a suo favore, quindi non si preoccupò particolarmente di fallire nello scalare.
Rimase acquattato sotto il bordo delle Rocce Sante E Benedette Della Cattedrale Dell’Unico Supremo E Veritiero Dio Della Città aspettando che la guardia fosse a tiro e poi scattò fuori come una molla, atterrandole sulla schiena e sgozzandola con un gesto abile.
Il corpo crollò in avanti e lui si rannicchiò sulla schiena del morto mentre rinfoderava il pugnale. Frugò rapidamente le tasche del cadavere confiscando tutto ciò che poteva interessargli e buttando la refurtiva nello zaino assieme al rampino, una volta che l’ebbe recuperato.
Poi proseguì, il suo malumore neanche lontanamente placato.
Doveva andarci: non poteva mancare alla Riunione.
Il Cavaliere Della Distruzione non glielo avrebbe permesso ed il Ladro Halfling aveva da lungo tempo imparato a non andare contro al Cavaliere Della Distruzione.
Scese lungo la Stretta Scala A Chiocciola Nata Per Ostacolare Le Guardie Personaggi Secondari e furtivamente riuscì a passare oltre le Temibili Trappole Che Avrebbero Scatenato L’Ira Della Divinità Su Qualunque Blasfemo Avesse Osato Provare A Posare Piede Nella Nostra Santa Costruzione senza farle scattare.
Sghignazzò maleficamente mentre provvedeva ad alleggerire la statua della Divinità Unica, Suprema e Veritiera da tutti gli ornamenti che i fedeli vi avevano portato nel corso della festa religiosa tenutasi nel pomeriggio.
Estrasse una pergamena dallo zaino e l’appoggiò sul pavimento di fronte alla statua.
Tenendo una collana con uno zaffiro trai denti recuperò anche il carboncino e lo passò nei buchi che erano stati praticati nella pergamena. Per maggiore effetto versò anche alcune gocce di Pozione Corrosiva sul pavimento prima di allontanarsi.
Se ne andò attraverso le Segrete Maledette In Cui Nessuno Che Ascolti I Sacerdoti Metterebbe Piede Se Fosse Sano Di Mente da lui personalmente ribattezzate le Segrete Maledette In Cui Nessuno Che Ascolti I Sacerdoti Metterebbe Piede Se Fosse Sano Di Mente Ma Chi Sano Di Mente Ascolterebbe Dei Sacerdoti.
Non erano niente di particolare: un gruppetto di Fuochi Fatui, una Creatura Immonda ed un Coccodrillo. Il Ladro Halfling aveva visto Dungeons che avrebbero fatto sembrare quello in questione un gioco per neonati.
Gli mancavano quei Dungeons, assieme a tutti i Tesori che ci poteva trovare ed ai mucchietti di Punti Esperienza che guadagnava ad ogni morte di mostro. Dividerli con gli Altri non era esaltante, ma dopotutto era sempre meglio che languire lì.
Tutto quello che aveva fatto negl ultimi mesi era stato incassare Lauti Compensi Per Missioni Rischiose che in realtà non erano niente di più di viaggietti da un lato all’altro della città volti a lasciare messaggi falsificati lasciati sul Pavimento Del Blasfemo Tempio Del Falso Dio Che Si Oppone Al Nostro Unico, Potente, Saggio Dio per conto di Zelanti Monaci Troppo Zelanti Nelle Preghiere Per Sollevare Un’Arma O Concepire Un Piano Senza Assoldare Nessuno.
Nooooiaaaaa.
Forse non era poi così male andare alla Riunione. Però, per tutte le Divinità Veramente Impegnate A Giocare A Domino Con Le Nostre Esistenze O Forse Era Il Giorno Del Ramino, non riusciva a sopportare che fosse
costretto ad andarci!