Odore di morte. Tombe, lapidi, mausolei, simulacri.

Una donna, col volto deformato dal dolore, piangeva eternamente con in braccio un bambino, il capo reclinato e gli occhi spenti.

Le statue sorgevano da un terreno folto di foglie morte, appartenute, un tempo, agli scheletrici alberi spogli che protendevano i loro rami, ormai marciti e caduchi, come dita maligne su un paesaggio di malinconica desolazione.

Nulla era per sempre. Nemmeno la luna. Essa era assente in quel luogo di soli rimpianti.


Soli, i contendenti, si ergevano, l'uno di fronte all'altro, in un luogo che non accettava nessun'altro, il cui scopo primo era di risucchiare la Vita e ogni sentimento diverso dalla sofferenza emotiva.





Distanza: 15m
Iniziativa vinta da: Tùnìr

Tùnìr provava un senso di disagio associato a quell'arena. Quella morte, che permeava tutto, era l'incatenamento finale, ciò che ogni essere non poteva evitare, e ciò che Tùnìr più temeva. L'atmosfera cupa trasferiva una sensazione di freddo nelle ossa del Fighter e del suo piccolo alleato, che si trovavano di fronte a uno spesso cancello che li divideva dal loro avversario, "il rapito", come veniva chiamato dalle folle di spettatori del torneo.
Tùnìr decise quindi di provare a farla finita con una sola mossa, in modo da potersi in seguito alzare in volo e allontanarsi dall'odore rancido di putrefazione che occludeva le sue narici, e decise di non farlo sfruttando la sua abilità marziale.

Sei pronto "rapito"? Arrivo...

Prima che Tùnìr potesse fare un solo passo, il suo avversario, evidentemente preparato, lo anticipò.

Victor prese a muoversi ad una velocità sovrannaturale e in men che non si dica un suo doppio gli coprì il fianco sinistro. Uno scudo era inoltre comparso al suo braccio.
In un attimo, i due si ritrovarono a ridosso del cancello che separava i contendenti e una bara comparve ai piedi del Savio... una bara circa della sua misura. Stessa cosa peril suo famiglio Fash, anche lui aveva dinanzi ai piedi una bara... a pennello.
Poi Victor e il suo compagno ritornarono nelle posizioni iniziali e intorno a loro il terreno si riempì di una decina di viscide Larve con tentacoli, della grandezza di un capo ciascuna.

I due infine presero le sembianze di due grandi Golem di Ferro e, fatti comparire due grandi troni alle loro spalle... vi si sedettero impassibili.


Tùnìr si ritrovò comprensibilmente stornito da questo cambiamento e la sua mente lavorò al massimo per rivedere in pochi secondi la sua tattica.




AZIONE DI TU'NI'R (I round ancora)

Tutte le precauzioni prese dallo Psionico Rapito furono sennon inutili, quantomeno insufficienti.
Il Savio non fece nulla di ciò con il suo avversario Victor si era aspettato, non tentò di ferirlo con un incantesimo nè altro.

Tùnìr protesse se e il suo compagno, facendo rilucere il marmo consunto delle tombe di energia pura e limpida, tale che, se avessero potuto, esse sarebbero spofondate nel sottosuolo per raggiungere i cadaveri. Ma questo per un momento, poi l'oscurità tornò a prendere possesso di quel luogo che non voleva essere rischiarato.
I movimenti di Tùnì e del compagno accelerarono follemente, portandoli, fluttuando, sulle teste dei loro nemici, oltre il cancello, nella forma di immensi titani armati.

Quando Victor avrebbe potuto reagire a questo piegarsi degli eventi, il suo avversario rubò gli ultimi istanti di quello scontro per tempestare Victor e il suo comapgno di potenti colpi.



Lo psionico in forma di Golem di ferro era stato fatto in mille pezzi dalla forza titanica dei due avversari, ma con qualche stilla di energie..."viveva" ancora e così il suo doppio. Un oggetto incantato aveva protetto lo psionico, riflettendo parte del danno contro chi lo aveva inflitto.
Ora il turno passava allo psionico e alle pericolose arti... del suo doppio.


TURNO A VICTOR

I golem rimasero al loro posto...almeno in apparenza. Solo il doppio sembrò operare con un potere, ma Tùnìr non ne potè desumere gli effetti. Tra Victor e il suo compagno solo la posizione, presumibilmente immutata, poteva aiutare gli spettatori a discernere chi fosse uno o l'altro.


TURNO A TU'NI'R

Tùnìr non si lasciò spaventare dall'effetto che il suo avversario aveva provocato rimandandogli indietro la potenza dei suoi colpi e si accanì armato del suo gargantuesco martello, affiancato sempre dal suo fiero famiglio...

Chiudiamo il gioco Fash, epuriamo l'immondo!

Approfittando dell'apparente immobilità dei loro avversari, Tùnìr e Fash sfogarono tutta la loro potenza muscolare, ancora, sui due psionici. Ma per loro sventura...



...mentre il corpo senza energie del supposto Victor veniva frantumato, la pioggia di colpi non riuscì a ridurre a tal guisa il suo compagno. Fermo al suo posto rimase e in un barlume... lo sguardo del loro avversario divenne lo sguardo del doppio.


TURNO A VICTOR

Niente stava andando come previsto da Victor, mutare il tempo e lo spazio non era poi cosi semplice.
Il tempo passava e gli avversari erano ancora illesi, Victor si doveva dare una mossa e finirla in fretta come già stava cercando di fare Tùnìr.

"Epurarmi? Magari non sarò molto bravo a uccidere, ma epurarmi....? E' tutta un'altra storia, comunque ora tocca a me cercare di finirla"

Cosi Victor scomparve per ricomparire più in dietro, in meno di un secondo un nuovo compagno si affiancò a lui, Tùnìr ebbe a stento il tempo di vedere comparire il secondo doppio che subito i due si misero a lavoro.

Gli psionici poterono agire indistrurbati dalle trame arcane di Tùnìr che a malapena poteva comprendere la meccanica dei loro poteri. Una parte dei risultati fù di avere davanti a se nuovamente due Victor.

Questi avanzarono volando verso di lui, mantenendosi a distanza da Fash, e quando il maglio di Tùnìr scattò in avanti approfittando del movimento... Victor sparì e scambiò se stesso con una Larva... disintegrata all'istante dal colpo.
Il Rapito fuggì il colpo, ma si trovò fuori portata per lanciare i suoi poteri. In compenso il suo doppio potè scagliare contro Tùnìr ben tre sciami di cristalli azzurrini, affilati come rasoi...



...che non riuscirono, peraltro, a raggiungerlo.

Tùnìr aveva scampato la morte, ma non era finita. Il doppio tese le mani come a controllare una marionetta con dei fili invisibili e guardò fisso Fash.



Ma non riuscì nel suo intento.
Tùnìr era già pronto a reagire, ma l'ultimo granello di sabbia aveva toccato il fondo e gli sguardi dei Fighter si incrociarono per l'ultima volta in quell'Arena prima che il bagliore violaceo dei Pilastri riportasse il silenzio.


PARITA'