Se
Paperdinastia potesse essere considerato un libro, bhe, certamente sceglierei quello.
Ma davvero, per me libro = Intervista col Vampiro, l'ho letto in 16 ore e mezza continuate, non sono riuscito a smettere...
Avevo venticinque anni quando divenni un Vampiro, era il 1791......non so dire con esattezza cosa mi ha dato la lettura di queste righe, so che ad ogni pagina un pezzo del mosaico andava al suo posto e che, a libro finito, quell'opera d'arte non la smetteva di suscitare la mia ammirazione.
L'Intervista è una spirale infernale e umana al tempo stesso, la logica e l'emotività (la necessità ed il lusso, la volontà e l'inerzia...) si ritorcono su se stesse ed Anne Rice porta continuamente il lettore con mano da un eccesso all'altro, finquando questo non comprende da solo, messo davanti all'evidenza dei fatti, qual'è il rapporto che intercorre tra i due... per i vampiri, quanto per gli umani.
Per me è stata una specie di visione. E' stata una scommessa splendida quella di vedere con gli occhi del vampiro e di ripercorrerne i ragionamenti, sapendo, avvertendo, da essere umano, quali erano i tasselli mancanti di alcuni suoi puzzle.
La verosimiglianza del racconto, che ho trovato totalmente compatibile con la mia idea di vampiro, è stata tale da darmi un banco di prova ideale, il mezzo di contrasto, per arrivare a certe risposte, consapevolezze.
Mi è capitato di rileggerlo e la prima volta è stata utile per rivedere l'intera faccenda da capo, trendone delle conferme. Dalla seconda in poi non mi ha più dato niente. Molto buffo.