Come talvolta accade, appaiono nella Necropoli creature insolite....un angelo torna a contemplare il giardino, alla ricerca di un po' di quiete: per i sensi, per i pensieri, per la mente. L'angelo silenzioso cammina, meravigliandosi come ogni volta di quanto un luogo così oscuro le faccia percepire la vera pace interiore. L'esatto contrario del Paradiso, dal quale proviene. E forse è proprio questo il motivo: tutto ciò che è opposto è in realtà uguale, il bianco e il nero sono la stessa cosa, come il pavimento e il soffitto di un palazzo disegnato da Escher, impossibile capire dove finisca il primo e inizi il secondo. Solo i grigi rimangono distinguibili, tutte le infinite sfumature tra i due eccessi sono più identificabili degli eccessi stessi. E ogni volta che si tende ad un eccesso - l'angelo capisce - si finisce con lo sfociare nel suo esatto opposto, senza nemmeno rendersene conto: come il suo dio, dipinto come bene assoluto, crudele e vendicativo nella realtà dei fatti.
L'angelo si siede sul bordo di una fontana, e chiude gli occhi: cerca di scrutare la sua anima come ha fatto poco prima con la sua immagine riflessa, ma la visione non è chiara. E forse è un bene.

L'animo umano, che buffa cosa. Ci sono umani che hanno moltissimo, altri che hanno tutto, eppure riusciamo sempre a trovare il pisello sotto i quaranta materassi, riusciamo sempre a vedere quella cavolata che non abbiamo. E la vogliamo, oh quanto iniziamo a desiderare. Desiderare con tutto il cuore una cosa stupida, un qualcosa di cui potremmo fare volentieri a meno, qualcosa che non cambierebbe di un pelo la nostra vita, in nessun modo; ma pur essendo coscienti di avere tutto, noi vogliamo anche quella minuscola, insignificante cosa. Avidità degli esseri umani, avidità e bramosia, capaci di tenerci alzati la notte a pensare a stupidaggini, quando invece dovremmo essere a letto nel mondo dei sogni con un sorriso stampato sulla faccia.
Che la quiete e la saggezza di coloro che popolano questi luoghi da secoli possano quietare il mio animo stupidamente scosso.

L'uomo seduto dietro la fontana pronuncia le seguenti parole... Madama... turbe son naturali movenze di una coscienza stupida. Se la volontà dell'intelletto non fosse necessaria per guidarci attraverso le nebbie dell'ignoranza, ci basterebbe il sistema nervoso periferico... almeno per noi sacchi di carne...

Senza dubbio messere....ma le strade che portano verso la luce sono molteplici, e alcune volte anche la mente più retta si perde tra le nebbie. E' una sorta di Paese delle Meraviglie: come resistere a incontrare personaggi e visitare ambienti nuovi anche se sappiamo dall'inizio che li troveremo folli e a volte pericolosi? Curiosità, ma anche narcisismo: talvolta prima di uscire da un'oscura foresta vogliamo conoscerne ogni sua parte...

Di colpo, l'angelo scruta la sua anima. Lo fa spesso, ma involontariamente, senza pensare o riflettere; questa volta, si impone di farlo e di porre attenzione ad ogni particolare. E viaggia dentro sè stessa. E tra tutta la luce, la bellezza e l'amore contenuti nella sua anima, l'angelo scopre un angolino buio, una piccola macchia senza volto, e senza colori. E', citando qualcuno migliore di lei nella prosa, l'Ombra, l'Ombra che getta tutti nella disperazione. E' sempre lì, e a pensarci bene è Colei che rende la Luce così luminosa e la Felicità così disarmante e bella. E' essenziale, in pratica. Ma è un virus, un vulcano in quiescenza: può esplodere da un momento all'altro, e se per sbaglio il suo fuoco oscuro viene alimentato, divampa senza pietà.
Ma ciò che importa, è che accanto all'Ombra c'è sempre la Luce: l'una non ha ragione di esistere senza l'altra. Non si annichilano, ma si compenetrano e si uniscono in un'armonia così totalizzante che difficilmente raggiungerebbero da separate.

Senza la luce, l'ombra non esisterebbe. Senza l'ombra, la luce non avrebbe importanza.

Ognuno di noi ha un lato oscuro, da nascondere agli altri... e spesso anche a se stessi. Ed è qui la differenza tra la disperazione e l'accettazione, tra l'essere completi o incompleti. Accettare la dicotomia tra "bene" e "male" (termini che trovo inadatti, in quanto la distinzione tra bene e male è troppo soggettiva e legata a milioni di fattori variabili nel tempo) è sintomo di un animo maturo e forte. Lasciarsi dilaniare da questa lotta intestina, non accettarsi nella propria interezza, porta all'autodistruzione.

Fortunatamente il mondo non è tutto bianco o nero. Ci sono infinite sfumature tra i due estremi. Il segreto è padroneggiare la tavolozza dei colori.

Sempre verso... est...