mi avvicino alla sacerdotessa di sune.
>patetico,sta per arrivare un esrcito di darthir(elfi di superfice) e voi vi preoccupate di una semplice sacerdotessa umana?
ma che siete paladini di torm?<
taglio le corde che tengono imprigionata la sacerdotessa e la lascio fuggire.

>una sola domanda, ma io ti sembro tanto scemo da lasciarla solo perchè tu l'hai liberatadalle corde?????<

la ragazza è ancora tenuta dal mio braccio possente e mentre apetto una decisione del gattone signore di questo luogo esprimo il mio parere a cane pazzo:
> Sono daccordo con te anche se in verita per la cena ormai possiamo considerarla rimandata visto che stanno arrivando anche gli altri elfi.<

L'odore fortissimo di elfi in arme arriva fino alle mie narici avvertendomi dell'approssimarsi della battaglia.

> Allora Muzedon, volete che la lasci a Trystan o a voi?<
> Ah un altra cosa io non sono un demone sono solo un litoriano.<

Lasciatela a me, Thurisaz. Voialtri avrete ben più pressanti problemi tra non molto...

Detto ciò porge la grossa mano verso la donna, guardando verso il gruppo di elfi in avvicinamento.
Muzedon era deciso di assistere allo scontro da una posizione neutrale e sopraelevata.

dopo aver ceduto la ragazza, mi arrampico sulla cima di un albero per osservare il numerodi elfi in arrivo
>sarà meglio che vi nascondiate almeno non capiranno quanti siamo<
nascostotra le fronde dell'albero impugno in una mano l'ascia enell'altrauna delle daghe che porto appese alla cintura dell'armatura preparandomi a combattere

Cingendo a sè la giovane donna, Muzedon sussurra al suo orecchio alcune arcane parole che si perdono nel vento, giungendo flebili alle orecchie degli astanti.
Le ferite della rivvil, seppur lievi, spariscono, e la sua espressione diventa più serena, come se la paura fosse volata via con la brezza serale. Stare accanto al felino dava sempre un certo senso di sicurezza ai suoi alleati... era un dono della sua divinità, in fondo.

Penso che ci sposteremo da quello che sembra essere il campo di battaglia. Vi guarderemo combattere da lassù. Che la sorte favorisca la vostra spada, e le vostre zanne.

Muzedon estrae la spada con la mano libera e esegue un disegno nell'aria mentre la solita voce stridula recita un incantesimo. Una piccola Porta azzurrina si apre davanti ai suoi piedi, e si chiude al suo passaggio.
Chiunque alzi lo sguardo sulle pendici del vicino colle può scorgere, tra le ombre, la sua figura accovacciata sul ramo di un vecchio albero.

Continuare la discussione oramei sarebbe futile ed anche stupido....gli elfi sono infine giunti sino a noi, sento il loro fetore che si avvicina sempre di più....dal mio sorriso, lascio sfuggire una piccola risata, portata fino alle mie labbra dall'eccitazione che provo nell'attendere gli ignari che stanno giungendo sino a noi...
Mi volto verso il dirupo dal quale odo stiano arrivando i primi elfi, poco consono per loro essere così precipitosi, ma forse qualcuno aveva avvertito gli infidi del pericolo che correvano i loro fratelli;
Il mio sguardo rimane così rivolto verso l'apice degli alberi che si trovano innanzi a noi....scrollo le spalle, ed estraggo i miei artigli, in attesa che siano abbastanza a tiro per la nostra iraconda compagnia...
<Signori, credo che oramai le parole tra noi siano vane....sfoderate gli artigli, gettate in terra l'elsa delle vostre spade ed andate verso il vostro destino...e che esso non finisca oggi per voi....
Che si aprino le danze....>

Una volta finito di pronunciare queste parole, il primo elfo sbuca innanzi a noi...
sulla cima di uno degl'alberi il povero elfo ha il tempo di scoccare una sola freccia, prima che io mi scagli contro di lui con una ferocia inaudita, versando così il primosangue....
I suoi frateli non attendono oltre.... sbucano da ogni angolo della foresta, e, tenendoci accerchiati, iniziano a far cadere su di noi un'intero sciame di frecce....

silenzioso come solo un felino può essere rinfodero le armi per usare il mio arco. lancio le freccie contro il gruppo di arcieri sottostanti cercando di non prendere i miei compagni.
dopo aver scagliato alcune frecce e abbattuto tre elfi arceri mi sposto su di un altro albero e scendo ad aiutare i miei compagni circondati con l'ausilio della mia ascia e della daga.

Dopo aver scarnificato fino all'osso quello che rimaneva dell'elfo, la strana creatura si accorse delle innumerevoli frecce che si abbattevano verso di loro. La reazione fù istantanea, con un rapidissimo scatto corse in direzione di coloro che le avevano scoccate. L'espressione sul suo volto faceva traspirare una gioia feroce, quasi come se quell'evento fosse la cosa che più lo faceva sentire vivo su questa terra.
Con un potente scatto balzò su di un albero scalandone rapidamente la corteccia. L'elfo ebbe appena il tempo di tentare una disperata fuga, ma gli artigli e le zanne dell'essere si conficcarono nella sua carne, facendo precipitare al suolo i due corpi. L'elfo morì sul colpo mentre la creatura premeva ancora le zanne nel suo corpo.

mi nascondo nelle ombre e uso una capacita magica.

(dopo il post di zero)
ahahah l'autolesionismo non è perversione, è solo idiozia. come fate a seminare morte e distruzione se vi tagliate le vene? idiota di un umano.
(dopo ultimo post)
*snatch si lancia direttamente in bettaglia usando l'enorme mazza come scudo dalle prime frecce che lo potevano raggiungere indi arrivato alla prima fila si rimette in posizione di attacco e con un urlo tremendo e gli occhi ansiosi di vedere budella e viscere volare in ogni dove , inizia a rotearla durante una carica folle.
un suo spallaccio e la spalla sottostante viene trafitta da un freccia ma non sembra curarsene troppo.
arrivato in corpo a corpo la scena si fa via via + confusa.
corpi di elfi tagliati e strappati in modi inconsueti si vedono cadere uno dietro l'altro, un viottolo di sangue si apre tra le fila degli elfi.
non si capisce esattamente cosa suceda, il demone è completamente immerso tra gli elfi che puntualmente spedisce a terra inevitabilmente trucidati , abbozzati e squartati.

Sempre stando sull'albero si rivolge a Zero:
Ciò che mi tratteneva qui più qui non è, ci rivedremo, interessante demone
Sorride, per un attimo un bagliore illumina nuovamente i suoi denti appuntiti. Si volta, cala il cappuccio in testa e scompare nell'oscurità[/i]

"sembra che tutti qui adorino sbrodolarsi del sangue dei propri nemici..."
Zero si guardò attorno con un'espressione disgustata. Gli elfi erano davvero tanti.
Rapidamente mosse le mani in un'intricata composizione impalpabile, tracciando solchi neri nell'aria notturna. Un glifo scuro comparve nel mezzo di un gruppo di guerrieri, e quando questo brillò di luce nera, gli elfi s'accasciarono al suolo privi di vita.
sette silvani caddero sul campo di battaglia scricchilando con la pelle incartapecorita. un attento osservatore avrebbe potuto vedere le loro anime strappate dai loro corpi librarsi nella notte.

[Riprendo a scrivere al passato perchè si adatta meglio al mio stile narrativo ]

Muzedon osservava la scena da lontano.
Quegli elfi erano davvero degli inetti. Osservava con occhio critico la loro diposizione sul campo di battaglia... era completamente sballata. Cadevano come mosche. Aveva combattuto al fianco degli elfi mezzo secolo prima, e aveva combatutto contro di essi più volte negli ultimi 10 anni.
- Qualcosa non quadra... - pensò, vedendo come le generalmente letali frecce elfiche non infliggevano alcun danno ai mannari, o ai demoni. Era una carneficina in cui morivano solo patetici "elfi"... pareva che il gruppo di Valm Neira fosse troppo forte. Pareva, perchè capì che così non era quando vide un elfo mancare il bersaglio da una posizione favorevole. Aveva visto elfi centrare una moneta d'argento da cento passi di distanza, in corsa... cosa stava accadendo?

Fu allora che una vibrazione magica lo fece rabbrividire. Sorrise tra sè e sè. Quelli non erano elfi... o meglio, gli elfi sarebbero arrivati presto, molto presto. Si guardò attorno, cercando gli indizi che avrebbero confermato i suoi sospetti.

Mentre i guerrieri, nella foga della battaglia, non si resero conto che i cadaveri di elfi divenivano spaventapasseri dopo qualche istante, un centinaio di elfi, silenzioso come la morte, aveva circondato la vallata...

"Sette in un sol colpo!?"
Cosa credevano di fare, quelle deboli creature contro quei robusti lupacchiotti? certo, aveva usato un incantesimo molto potente, ma si aspettava di ucciderne al massimo la metà di quelli che invece erano caduti... Il demone non conosceva poi molto del materiale, ma ne sapeva abbastanza da dubitare che gli elfi fossero tanto folli da tentare un simile attacco suicida...
Zero girò su se stesso, osservando meglio la situazione... ingorando la battaglia che gli infuriava attorno.

snatch continuando nella sua folle opera di carneficina non si curò di altro se non il sapore della morte e della carne cruda.
le forze degli elfi stavano visibilmente diminuendo , era ovviamente troppo facile, ma in questo momento il demone non se ne curava minimamente.così un elfo dietro l'altro raggiunse l'altra estremità della scomposta formazione degli elfi facendosi largo tra i corpi come un esploratore fa con le piante e si rese conto di un fatto terribile: nei boschi circostanti erano sparpagliati una miriade di elfi pronti a tirare su di lui.
snatch trasalì per un momento , per poi tornare normale , anzi più agguerrito di prima.
uno sguardo di determinazione si leggeva nei suoi occhi iniettati di sangue.
digrignando di denti e con voce bassa disse tra se e se:"ora la cosa si fa interessante...".