L'unico modo per resistere alle tentazioni...
Siamo puniti per cio’ che rifiutiamo a noi stessi: ogni impulso che tentiamo di strangolare cova nella mente e ci avvelena.
L’unico modo di liberarsi da una tentazione e’ di abbandonarsi ad essa.
Resisti, e la tua anima si ammala di nostalgia per le cose che si e’ proibita, di desiderio per cio’ che le sue mostruose leggi hanno reso mostruoso e illecito. E’ stato detto che i grandi eventi del mondo hanno luogo nella mente.
Ed è nella mente, e solo lì, che si commettono anche i grandi peccati dell’umanità.
- da il Ritratto di Dorian Gray, Oscar Wilde -
L’unico modo di liberarsi da una tentazione e’ di abbandonarsi ad essa.
Resisti, e la tua anima si ammala di nostalgia per le cose che si e’ proibita, di desiderio per cio’ che le sue mostruose leggi hanno reso mostruoso e illecito. E’ stato detto che i grandi eventi del mondo hanno luogo nella mente.
Ed è nella mente, e solo lì, che si commettono anche i grandi peccati dell’umanità.
- da il Ritratto di Dorian Gray, Oscar Wilde -





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In linea di massima ogni vincolo e ogni legame contratto andrebbe rispettato.
Abbandonarsi sempre alle proprie pulsioni lasciandogli libero sfogo, può condurre verso una vita di dissolutezza, rimpianti e rimorsi.
Wilde era sposato e si pentì amaramente delle sue scelte mentre agonizzava nel carcere di Reading (ma senza mai rinnegare nulla).
Il grande regista Mizoguchi ha affrontato bene questa tematica in diversi suoi film, tra cui menziono "La signora di Musashino," e io mi trovo molto in linea con il suo pensiero.
Non ce ne accorgiamo davvero più, ma le regole sono stabilite dalla maggioranza, dalla massa, per proteggere i singoli. In un mondo in cui vigeva la legge del più forte l'uomo ha fatto prima comunella con altri uomini (e così i deboli sopraffacevano il singolo forte) e poi ha creato delle regole per proteggere i deboli.
E' il sistema su cui si basa lo stato di diritto. Ma è una cosa unica in natura. Questa è l'eccezione. Ti basta osservare il comportamento del resto degli esseri viventi per capire che la normalità delle tue pulsioni controllate e controllabili è semplicemente frutto di una mentalità di massa, non tua. Ovviamente anche io sono dentro questo vortice di "pensieri non miei" e mi devo allineare (o mi trovo allineato senza esserne conscio).
Wilde dice questo, ma non penso volesse uccidere qualcuno. Parla di tentazioni in maniera talmente appassionata che è palese che si riferisca a questioni sentimentali. E qui la morale comune - imperante allora come oggi - è quella bigotta cattolica, che impone standard di comportamento che trovo abominevoli.
Poniamo un esempio: un pervertito che ha la tentazione di violentare la sorella deve abbandonarsi a essa, altrimenti quest'impulso che tenta di strangolare cova nella mente e lo avvelena? Oppure dinanzi al fatto che la sua mente è depravata deve resistere alle tentazioni e trovare il modo per purificarsi distruggendo con la volontà l'istinto innaturale?
E' sempre vero che ogni impulso che tentiamo di strangolare cova nella mente e ci avvelena, oppure resistendo a un desiderio malato possiamo sopprimerlo e sentirci così liberati dalla sua contaminazione?
E infine una semplice constatazione: abbandonarsi a certe tentazioni può avere conseguenze orribili e micidiali. Wilde lo provò sulla sua pelle visto che la relazione con Lord Alfred Douglas ebbe per lui conseguenze a dir poco rovinose: perse tutto, compresa la vita.
"I grandi eventi del mondo hanno luogo nella mente." Una grande verità: ma bisogna tener presente dell'abisso che si estende tra l'astrazine che alberga in noi e il lato pratico dell'esistenza le cui conseguenze sono sempre irreversibili.
"Rimpiangere le proprie esperienze significa arrestare il proprio sviluppo.
Rimpiangere le proprie esperienze significa porre una menzogna sulle labbra della propria vita.
È quasi come negare l'esistenza dell'anima"